Alle mense dei parenti inventano parole,
cardi da raccogliere sulle spiagge del sangue
caduto come miele dalle rocce.
Nessuno chiede alimenti,
tutti versano bevande dentro i cristalli,
di bimbi sorridenti.
La sera nei castelli dei pazzi
si triturano i secondi come chicchi di grano,
mastichiamo da bocca a bocca la poesia
delle brulle pareti vuote; i morsi affamati
del cuore per l’ora delle ginestre profumate,
misere sigarette azzannate con le labbra
davanti agli schermi abbaglianti del mondo,
e noi come ricci, tramortiti sempre
su divani sudici come il mare.
Autore: Tindaro Niosi
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