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L’Ultimo Sciamano. Storia di Franco Bettella
Cap.1 – L’ultima tappa, il Tonga
Cap.1.1
Gianni č lě per terra, accanto alla sua vespa bianca rovesciata how does cialis work on bph per terra. Non si muove ma lo guarda come se gli chiedesse aiuto, gli occhi un po’ socchiusi. Muove le labbra come se stesse parlando ma dalla bocca non viene fuori nessun suono.
“Alzati Gianni, non sarŕ niente”
Ma lui sembra non sentirlo, non si muove ma lo can women take viagra sguardo č vivo, fra il sorpreso e cialis goodrx l’implorante.
Poi un suono stridulo e penetrante a bucare il silenzio, la sirena dell’ambulanza.
“Sbrigati Gianni, prima che arrivino a prenderti…”
Gianni continua a guardarlo ma č sempre immobile.
E’ disperato Franco, non sa come smuoverlo, allunga le mani verso di lui ma non riesce a toccarlo.
“Che vai a fare a Milano…, Oberweger lascialo fottere, č da mesi che te lo dico, tanto a Roma non ti ci farŕ andare finché stai qui a Palermo, come ha fatto con me per Helsinki e per Melbourne. Le Olimpiadi le vedrai in televisione finché ti alleni con me, io questo l’ho capito, sono io il problema!”
Gianni scuote la testa leggermente adesso e guarda altrove. Ora sotto il suo corpo non c’č piů l’asfalto di Viale viagraprofessional-100mg del Fante ma la terra rossa dello “Stadio delle Palme” con le fettuccine bianche di plastica che delimitano le corsie della pista. Il busto appena sollevato, i gomiti poggiati per terra.
“Se proprio ci devi andarci a Milano, dillo a Vittorio, te lo fa avere lui il biglietto dell’aereo…, fermati qua allo stadio, glielo diciamo a Mancini che ci dia un po’ d’acqua e continuiamo con il lavoro che stavamo facendo. Fa caldo oggi, se non te la senti fai kansas state board of pharmacy un giro in Favorita e per oggi basta.”
Gianni continua a scuotere la testa. E a guardare altrove.
“Guardami Gianni, mi ascolti?”
Franco tenta ancora di raggiungerlo con le mani per scuoterlo ma c’č ancora una forza superiore che glielo impedisce. La sua stessa voce l’avverte ovattata, come se venisse da un’altra fonte, come un’eco o un rimbombo.
“Se non ti mandano a Roma ce ne andiamo in cialis is amazing Finlandia, me l’hai promesso di venirci, te lo ricordi? Ci giriamo tutti i laghi in moto, ti faccio incontrare con Salsola, ti faccio vedere come si allena…”
Ancora la sirena dell’ambulanza.
Lo avverte cosě vicino e vero il suono che si sveglia di soprassalto in un bagno di sudore.
Poi si riaddormenta Franco, ma gli incubi non sono finiti.
E’ un continuo da cui non riesce a liberarsi questo sogno, uno svolgersi e riavvolgersi del nastro di un film, sempre lo stesso. La scena l’ha rivista cento volte da ieri sera, da quando l’uomo che da due giorni č generic viagra overnight accanto a lui, non sapendo cos’altro fare per quella febbre che non vuole scendere, gli ha fatto bere il succo di Kava ([1]). I dolori si sono attenuati ma sono arrivate le allucinazioni. Puntuali, insieme al sonno indotto dalla bevanda.
Non č la prima volta che gli appare in sogno Gianni. Era giŕ successo altre volte, quando era trascorso perň poco tempo dall’incidente, non quasi cinquant’anni come adesso. E il sogno era stato allora una sorta di prosecuzione del periodo indimenticabile vissuto a Palermo insieme a quel ragazzo sfortunato. Una corsa veloce e al tempo stesso leggera a piedi nudi con lui sui prati di erba soffice ai bordi di un laghetto nella sua Finlandia. Al risveglio aveva cercato, socchiudendo gli occhi, di riaddormentarsi perché il sogno continuasse. Un’illusione che riuscisse a vincere la realtŕ.
“Chi sei?”
Franco si rivolge all’uomo con tono adirato ma quello non risponde.
“Cosa stai a fare la? Sparisci!”
Poi realizza di trovarsi in Tonga, ma ancora non riconosce l’uomo che non si stacca dalla parete di fronte, come se vi fosse incollato.
Da quattro giorni piove ininterrottamente, succede spesso qui in Tonga nella stagione umida, ma ieri sera c’č stato un vero e proprio diluvio, l’acqua č penetrata finanche dal tetto del fale ([2]), raccogliendosi in una flexeril online pharmacy piccola pozza nel pavimento ai piedi del letto.
Il Re, “Big King” come confidenzialmente lo chiamava Franco, non vedendolo a Nuku’alofa da una settimana, aveva mandato l’uomo a capire cosa fosse successo. Sapeva che l’amico italiano, nonostante cercasse di negarlo, da qualche tempo non stava bene.
L’uomo si era imbarcato con una quantitŕ inverosimile di provviste con la barchetta a remi sotto la pioggia battente e con onde altre tre metri che minacciavano di mandarlo a picco con tutto il carico. Per coprire le poche centinaia di metri che lo Cost of cialis separavano dall’isolotto aveva dovuto lottare contro il mare per quasi un’ora. Franco l’aveva ringraziato ma si era rifiutato di farsi accompagnare al Vaiola Hospital a Nuku’alofa. Passandovi accanto di corsa, nei primi anni del suo soggiorno in Tonga, aveva avvertito un nauseabondo odore di cloroformio che lo aveva riportato con la mente ai momenti piů drammatici della sua vita: si era rivisto seduto con la testa fra le mani su una panchetta nell’anticamera del Pronto Soccorso di Villa Sofia a Palermo, dove avevano portato Gianni in fin di vita.
Franco aveva pregato l’uomo di lasciarlo solo. Quello aveva finto di obbedirgli ma non aveva abbandonato l’isolotto, aveva preferito passare la notte cialis price all’esterno della casa, sotto un grosso baobab il cui fogliame lasciava passare l’acqua piovana quel tanto da inzuppargli i vestiti. Non avrebbe mai e poi mai potuto tornarsene a Nuku’alofa, Big King non gli viagra good for heart avrebbe perdonato di aver abbandonato l’amico italiano in quelle condizioni. E ora sta li l’uomo ad assistere al suo delirio senza sapere come dargli aiuto.

 


([1]) Droga tratta dalle radici di una pianta arbustiva del Pacifico occidentale, particolarmente diffusa in Tonga, nota per gli effetti sedativi.

([2]) Abitazione tongana simile al bungalow.